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Una vita nella danza sportiva con l'emozione di un ragazzo

Quarant’anni sulle piste, elegante nelle movenze e nell’esprimere con semplicità la passione per la danza. Un amore totale per questo sport che lo emoziona come quando, appena sedicenne, iniziò il suo lungo percorso nel mondo della danza sportiva. Lui è Moreno Carnelli che in coppia con Michela Saggiorato ha vinto il WDSF World Championship Standard nella categoria Senior III.


Un oro in Repubblica Ceca….


Sì, la gara è andata molto bene, organizzata benissimo, ogni 20 min si poteva ballare, quindi abbiamo evitato di raffreddarci, e questo per il nostro sport è molto importate. Fra le coppie c’era molto rispetto, attenzione all’avversario ma nella sportività. Nessuno ha cercato di buttarci fuori pista... La sensazione ricorrente in gara era osservare il campione del mondo in carica che si stava esibendo.


Perché?


Bisogna studiare le mosse dell’avversario per batterlo. Si cerca sempre di studiare l’avversario, i suoi movimenti per trovare i suoi punti deboli e far meglio di lui. Ci vuole moltissima concentrazione perché per fare meglio non devi commettere errori, devi saper osservare i dettagli mentre balli, mentre ti muovi, la concertazione è tutto in pista. Dopo 40 anni di ballo ho una buona esperienza ma mai sottovalutare l’avversario.


Quarant’anni?


Sì, ballo da più di 40 anni, avevo 16 anni quando ho iniziato. La prima cosa che mi conquistò fu la bellezza che ha in sé la danza. Poi è un mettere alla prova il tuo corpo ogni giorno. Ti chiedi se certe cose potrai mai farle, ti chiedi cosa puoi fare, dove puoi spingerti, cosa non puoi fare. Insomma, la danza è un mix perfetto fra bellezza e capacità. Il ballo poi è uno sport di competizione pura e io sono un competitivo. La danza dunque ti mette alla prova ogni giorno, mette alla prova te stesso, è una sfida quotidiana con il proprio corpo e con la propria mente.


Che intende per sfida con se stessi?


È una sfida perché cerchi sempre di migliorarti, ci sono tantissimi ballerini che ballano meglio di te e diventano degli esempi, diventa anche una sfida personale perché ambisci a ballare come loro e meglio di loro. La danza è una sfida tecnica, ma anche emozionale. L’interpretazione, la complicità unite alla tecnica sono le chiavi per emozionare. La tecnica senza l’interpretazione del movimento del copro non basta. È attraverso il corpo e i movimenti che crei emozione.


Cosa le ha insegnato il ballo?


È uno sport che crea un comportamento personale, una disciplina che ti porta ad avere rispetto e che ti insegna le capacità di relazione verso le altre persone.


Lo consiglierebbe ad un giovane?


Per i giovani la danza sportiva potrebbe essere una possibilità. Quella di creare una vita personale che abbia un senso di realizzazione. Molti giovani sono persi, non sanno cosa fare, gli consiglierei di provare il ballo: può essere una chiave per vincere tante sfide personali, caratteriali e di vita.


Da quanto tempo lei e Michela ballate insieme?


Con Michela balliamo da nove anni. Ci siamo trovati subito. Dopo aver perso la mia partner precedente, misi un annuncio al quale rispose Michela. Dopo cinque minuti in pista eravamo in perfetta sintonia su tutto. Ci siamo trovati in un attimo e questa componente è la più importante. Senza empatia, senza complicità ballare diventerebbe davvero difficile. Si creò una complicità di intenti talmente univoca che pochi mesi dopo eravamo già in competizione. Quell’armonia, dopo nove anni, è ancora la nostra forza. 


Prossimi appuntamenti?


Rimini ai Campionati di Categoria e il 9 giugno in Bosnia.


Quindi avete già ricominciato ad allenarvi tutti i giorni?


Come sempre. Ci sarà tanto allenamento. Le nostre vite di ballerini, la mia e di Michela, non sono semplici. Abitiamo a 280 km di distanza.


Duecentottanta km?  


Sì, esattamente. Per poterci allenare ci troviamo a metà strada, un sacrifico enorme ma vale la pena farlo. Quasi ogni giorno facciamo a testa 300 km fra andata e ritorno, per incontrarci ed allenarci. L’amore che ho per la danza va sopra ogni cosa, ho fatto tante rinunce e tantissimi sacrifici per poter fare questo sport. Ho lo stesso entusiasmo di quando avevo 16 anni e davvero la danza è la mia vita. Non potrei fare altro. Quando ballo sono felice.