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Erika e Gabriele la coppia con l’argento vivo addosso

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Tra i veterani della FIDS nelle Urban Dance. Lei si definisce un maschiaccio e scarica la “colpa” al fratello gemello per averla fatta innamorare della danza. Lui vive per l’Hip Hop che definisce “il suo luogo sicuro”. Hanno dovuto fare grandi sacrifici per inseguire la loro passione e ancora adesso non hanno messo di farne. Sono Erika Pellicciotti e Gabriele Benedetto che nell’Europeo di Street Dance di Rimini hanno vinto l’argento nella disciplina Electric Boogie Duo Adult.

Siete dei veterani delle gare Urban che differenze fra le prime gare e questo Europeo?

Erika: Adesso sono più tranquilla, sono più rilassata. È normale che ci sia sempre un’ansia sana, un po’ di adrenalina. La parola Europeo spaventa sempre, è inutile nasconderlo. Se però ricordo la mia prima gara IDO stavo quasi per morire per la tensione e per l’emozione.

Gabriele: Alle prima gare avevo ansia, a livello internazionale hai atleti top a tutti i livelli. Nonostante questo, con il tempo, nell’arco di uno due anni, sono molto cambiato, sono cresciuto e mi sento più preparato da un punto di vista mentale e sportivo. L’esperienza aiuta a crescere e a dominare le tue paure.  

Cosa vi ha spinto in questo mondo?

E: È stata tutta “colpa” di mio fratello gemello. Lui voleva ballare balli di coppia, poi ha mollato e io ho continuato. Danze Standard, latino americane, balli di gruppo, coreografiche fino a 16 anni, poi la folgorazione per l’Hip Hop. Mi sono innamorata e non l’ho più abbandonata.

G: Io ho iniziato con i latini americani, per 5/6 anni, poi alla prima lezione di Hip Hop ho capito che mi piaceva più degli altri, perché mi emozionava di più, ho capito che era la mia strada. Sono cinque anni che ho abbracciato questa disciplina e mi sento sempre meglio, l’ho iniziato a 14 anni, anche se la mia prima esperienza in pista l’ho avuto in terza elementare, a 9 anni.

Molti sacrifici?

E: Tantissimi! Avendo i genitori separati non è stato facile. Poi tre anni fa ho perso papà per un incidente sul lavoro e le difficoltà sono state maggiori, sia economiche sia emotive. Siamo 4 fratelli e non è stato facile. Devo tutto ai sacrifici di mia mamma e alla mia insegnante che ci è venuta sempre incontro per aiutarci e per permettermi di allenarmi e crescere nello sport. Davvero tanti sacrifici per allenarmi, per fare lezione, piuttosto rinunciavo ad una ricarica del telefono pur di andare in palestra, di andare in gara. Non mi importava di avere la maglietta nuova o cose non necessarie, mi importava e mi importa solo di andare in gara e di ballare.

G: Un’infinità soprattutto da parte dei miei genitori. Hanno speso tanto tempo per me all’inizio delle mie attività ma anche tantissime risorse economiche. A 15/16 anni, per non pesare troppo sui miei, ho iniziato a fare dei piccoli lavoretti per mantenermi e per pagarmi qualche gara. Per inseguire la mia passione ogni volta che mi devo allenare impegno due ore di pullman per arrivare in palestra, una per andare e una per tornare a casa. Anche per andare a scuola devo andare in pullman, certe volte capita che dalla scuola vada direttamente in palestra. Tanti sacrifici, tantissimi ma ne vale la pena.

Un consiglio per i giovani?

E: Spero che la mia esperienza di vita possa essere di esempio per tanti giovani. Per chi ha un carattere debole o introverso consiglio le Urban Dance perché con le street puoi essere te stesso, puoi cacciare via il demone che hai dentro. Nelle street non hai regole, non ha chiusure, sei libero di esprimerti e di fare, di gettare in pista tutta la rabbia, le tensioni, le paure che uno ha. Siamo liberi senza regole. I ragazzi di oggi non vogliono seguire le regole in casa figurati in pista, nella Urban possono dare libero sfogo a se stessi ed essere veramente liberi di gridare la loro voce.  

G: Sicuramente è uno sport che ti aiuta a sfogare ciò che hai dentro. Nel ballo serve tutto, equilibrio, forza, energia e tanta passione. Sono stato fortunato ad avere il mio esordio nelle danze latino-americane perché il mio percorso sportivo mi è servito ad essere l’atleta che sono.

Voi e l’Hip Hop?

E: Mi fa sfogare la rabbia, mi fa sfogare in pieno, in pista ho gettato tutto le aggressività che erano dentro di me, la mia indole maschile, essendo l’ultima di 4 fratelli e l’unica femmina, l’influenza dei miei fratelli si è fatta evidente. Giocavo a calcio, ho fatto sport maschili era un bel tipetto maschiaccio e l’Urban Dance è stato lo sfogo naturale alla mia indole.  

G: L’Hip Hop è parte di me. E il luogo nel quale mi rifugio quando sto male, quando ho cose irrisolte. È il mio luogo sicuro dove so cosa fare, cosa dire. Per me è energia positiva.

Ecco parliamo dell’energia sprigionata dalla danza?

E: Sono due tipi di energie, la prima è quella del passato e la seconda è quella di mio papà. Lui non mi ha potuto seguire nelle mie gare, ora che non c’è più e ballo per lui perché sono convinta che dal cielo mi guardi e mi protegga, quindi c’è la sua energia accanto a me. È il mio angelo custode e io ballo per lui.

G: È un’energia positiva e speciale quella che arriva da questo sport.

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