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La Federazione

Virginia e Martina: “Ecco come la danza sportiva può cambiare la vita”

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La danza come energia di vita. È la storia di Virginia Di Carlo 26 anni piemontese, che insieme alla sorella Martina (22) e alla sua famiglia grazie alla danza sportiva ha potuto superare barriere concettuali, fisiche e sociali regalando allo sport, al settore paralimpico della FIDS e non solo, un esempio di forza, di vitalità ed energia che ha trovato il suo equilibrio. Domani, martedì 17 settembre, dopo un percorso fatto una accanto all’altra Virginia e Martina inaugureranno la loro palestra, la “Special Angel”, a Druento.

Che succede domani?

Virginia: Sono molto emozionata ma ammetto che ho un po’ di paura. Non so cosa mi aspetta, chi incontrerò, se sarò in grado, non so se mi accetteranno come insegnante, dovrò accettare le critiche. Ho tante domande che mi passano per la testa. Sicuramente è un’avventura che rappresenta un nuovo inizio, una nuova vita io e mia sorella abbiamo sempre insegnato sotto la supervisione di altre insegnanti, da domani la strada sarà solo nostra.

Martina: Una nuova scuola di danza per ragazzi con disabilità e normodotati. Padrino di questa nostra nuova avventura sarà il presidente del CONI, Giovanni Malagò che insieme con il presidente della FIDS, Michele Barbone inaugureranno la nostra nuova vita.

La danza sportiva come nuova vita?

V. Assolutamente sì. Il contatto diretto con i ragazzi ma anche con le famiglie è stato dirompente. Siamo felici, appassionate e realizzate. Con la danza si è superato un isolamento che per molte persone può essere una condizione costante di vita. Il ballo è una medicina che aiuta a vivere una nuova vita non solo per le persone con disabilità ma anche per tutte le persone che hanno difficoltà quotidiana.

M. Virginia per molti è stata ed è un esempio di forza, di voglia di vivere e di realizzare i sogni superando tante barriere.

Come nasce questa idea?

V. Nasce 5 anni fa e oggi siamo qui. Domani inauguriamo la nostra palestra. Un sogno che si avvera.

M. Nasce da lontano, da quando ho iniziato a danzare con mio fratello. Con l’insegnante dell’epoca Daria Mingarelli, Virginia ha iniziato a ballare e grazie alla danza è riuscita ad avere maggiore forza ed autostima. Da lì è iniziato il suo percorso personale, sportivo e di vita. Si è laureata in Scienza motorie e grazie a Stefania Ressia, la nostra seconda insegnante, abbiamo iniziato a tenere dei piccoli corsi all’interno della sua scuola.

Cosa rappresenta per voi la danza sportiva?

V. È una disciplina che aiuta tutti, a superare i propri limiti, aiuta nell’inclusione sociale perché annienta le differenze, mette tutti sullo stesso piano. Il ballo è un linguaggio universale che possono parlare tutti e che aiuta tutti.

M. Mi ha cambiato la vita. Facendola dai 6 anni mi ha aiutato a superare le mie paure. Entro in palestra e il mondo fuori non esiste, sei un tutt’uno con te stesso. Tralasciando l’aspetto della disabilità, la danza sportiva è uno sport che aiuta a superare anche le proprie difficoltà relazionali. La timidezza, ad esempio, era un mio limite, con questo sport è stato superato. Penso che la danza sportiva sia uno sport completo di tutto che ti fa crescere sano.

Un consiglio?

V. Non è la disabilità che fa la persona ma è la nostra anima e il nostro essere persone che ci rende individui e se si riesce a trasmettere questo messaggio abbiamo vinto tutti e ciò che resta è solo sport, amicizia e passione.

M. Aprirsi a tutte le persone, non nascondersi dalla gente.

Cosa metterete dentro questo nuovo progetto?

V. Sempre più impegno nel mio lavoro rispetto a quanto fatto fino ad oggi. Voglio dare coraggio e forza a tutti i ragazzi. La danza è forza di vita.

M. Il concetto che saremo e siamo tutti ballerini, tutti sportivi. Una grande famiglia.

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